mercoledì 21 marzo 2012

L'invasione del commercio ambulante (abusivo e non) a Marconi

C'era una volta Marconi, zona popolare densa di attività commerciali, in cui si contavano, in tutto, una decina di bancarelle posizionate ai bordi delle strade, lungo Viale Marconi e Via Grimaldi, più quelle presenti vicino al mercato rionale di Via Macaluso. Poi arrivarono i cosiddetti "vu cumprà", gli ambulanti stranieri non autorizzati. Le bancarelle, nel corso degli anni, aumentarono sempre di più. Con i lavori di rifacimento dei marciapiedi, a fine anni '90, l'abusivismo diminuì sensibilmente, ma poi tornò in misura sempre maggiore. Controlli dei vigili, pressoché zero.

Arriviamo alla metà degli anni 2000.

La giunta Veltroni autorizza l'insediamento di un secondo mercato all'aperto di postazioni fisse e a rotazione. Comincia l'Invasione. Da quel momento, le bancarelle hanno preso ad occupare sempre più spazio, fino ad impossessarsi dei marciapiedi all'angolo tra Piazza Fermi e Via Cardano.



A partire dal 2010, vengono autorizzati nuovi "gruppi rotativi" addirittura sul lato opposto di Piazza Fermi, all'angolo con Via Fermi. Le "concessioni", questa volta, sono rilasciate da una giunta di centrodestra, che si muove in perfetta continuità con le giunte di centrosinistra: aumentare sempre di più le occupazioni adibite al commercio ambulante.


Arriviamo ad oggi. Da qualche settimana, sono comparsi altri venditori, questa volta con dei carrelli da cameriere, sui quali espongono merce di vario genere, solitamente bijoux in plastica e custodie per cellulari. Qualcuno, al posto del carrello, ha degli ombrelli espositori che si appoggiano per terra, con appesi orecchini di plastica e roba simile.


La nuova invasione ricorda quello che successe in centro un anno fa, con le strade invase dai carrellini dei venditori itineranti, che a quanto pare "esercitavano" grazie a licenze di vendita comprate a Ladispoli, Guidonia, Frascati.

Non sappiamo se anche gli itineranti giunti a Marconi operino con licenze di altri Comuni attorno a Roma, quello che vediamo è che insieme a loro, sono arrivati in contemporanea una marea di venditori abusivi con teli e scatole di cartone appoggiate a terra. Li vediamo in queste settimane lungo Viale Marconi, soprattutto nel marciapiede accanto a Feltrinelli e Deutsche Bank. In fila, vicino agli inutili vasoni e alle panchine.





Ci chiediamo quanto ancora il XV Muncipio, il Presidente Paris, la sua giunta, consiglieri di maggioranza e opposizione, osserveranno inermi la proliferazione del commercio ambulante regolare o abusivo, ma pur sempre in eccedenza sui nostri marciapiedi, senza reclamare spiegazioni al Dipartimento Attività Economiche e Produttive, che sovraintende il rilascio delle concessioni per questo tipo di esercizio.

Lo spazio per il commercio su strada, ci pare che il quartiere Marconi lo abbia già dato. E crediamo pure ci sia bisogno di nuove regole per l'omologazione dei banchi e il miglioramento estetico delle loro strutture.

Non è possibile che nel 2012 le bancarelle romane siano di gran lunga le più brutte d'Europa. Visto che abbiamo la tradizione del commercio su strada (i mercatini e banchetti nelle altre città d'Europa sono 10 volte meno), obblighiamo almeno le bancarelle ad avere un aspetto gradevole.

Le cronache quotidiane ci riportano una città invasa dai mercatini, dalle bancarelle, dai camion bar. Dal centro alla periferia. Davanti agli ospedali, alle uscite della metro, sulle banchine degli autobus.
Crediamo sia il momento di mettere un freno alla concessione-autorizzazione di postazioni commerciali, rendendo più moderne e commercialmente pregevoli quelle che ci sono.
Niente in contrario ai banchetti su strada, purché siano di meno, gradevoli e non invasivi. Le ultime due qualità ci pare scarseggino nel panorama del commercio ambulante romano, senza offesa...

AGGIORNAMENTO: un'intelligente proposta di riordino per le bancarelle del centro la propone il blog Malaroma.

lunedì 12 marzo 2012

lunedì 5 marzo 2012

Sabato sera, quartiere Marconi

Cestino traboccante alla fermata dell'autobus di Viale Marconi-Piazza Fermi (macchina parcheggiata in divieto).

Buste per terra, sotto i contenitori della differenziata. Una signora, poco dopo, si avvicina e ne butta un'altra sul marciapiede. Le dico: "Non si butta per terra, va messa nel contenitore". Lei risponde: "E' mista, c'è sia carta che plastica". Io le ridico "Ma non può buttarla a terra, non faccia come gli altri". Arrabbiata, si convince e la getta in uno dei contenitori (meglio di niente).

Adesivi abusivi sul cassonetto, manco a dirlo.

Via Grimaldi, cartoni a terra davanti al contenitore per la carta, quasi pieno. Dietro: monnezza varia abbandonata senza motivo; macchina parcheggiata in doppia fila davanti al cassonetto; cartelloni sullo spartitraffico in violazione del Regolamento Comunale Affissioni.

Monnezza per terra, davanti ai cassonetti della differenziata VUOTI. A fianco, ennesimo cartello 1x1 installato recentemente, senza pubblicità.

Cartoni abbandonati davanti a cassonetto della carta VUOTO. Siamo davanti un negozio di elettrodomestici...

Piazza della Radio angolo Via Oderisi da Gubbio: cartoni e buste con rifiuti di ogni tipo, abbandonati a terra davanti ai cassonetti e un cestino in ghisa (che ci fa lì?).

Piazza della Radio, davanti alla rinomata gelateria Ping Pong. Qui la mattina c'è il furgone per la raccolta dell'umido e della "non riciclabile", ma per comodità l'AMA ha lasciato un cassonetto per l'indifferenziata. Visto mai che qualcuno, magari anziano, non ce la fa a rispettare gli orari. Guardate i cumuli d'immondizia. Molte buste con la carta e la plastica. Secondo voi le hanno messe i vecchietti? Oppure qualcuno più giovane a cui non va di sforzarsi per infilare le buste negli oblò dei contenitori? Secondo noi, che abbiamo visto ragazzetti/e lasciare le buste davanti ai cassonetti, è giusta la seconda ipotesi.

Bell'ambientino, comunque, davanti a una delle migliori gelaterie della zona.

Finito il tour degli orrori, abbiamo notato un furgone dell'AMA che passava di fronte ai cassonetti, si fermava e scendevano due operatori che raccoglievano i sacchetti abbandonati.

Dell'AMA si può criticare tutto, ma pure i "cittadini" fanno la loro parte, di rilievo, per tenere questa città come un orrido immondezzaio.

E non abbiamo calcolato, nel racconto, le affissioni abusive che ricoprono qualsiasi superficie...un quartiere allo stremo.

venerdì 2 marzo 2012

Raccolta di frasi e notizie sullo scandalo dei vigili nel Primo Municipio

Anche se ci occupiamo del quartiere Marconi - XV municipio - riteniamo utile fornire una serie di frasi, notizie, affermazioni che possono aiutare a comprendere il perché della diffidenza che il movimento dei blog antidegrado ha sempre manifestato nei confronti di UNA PARTE dei vigili urbani.

Quelli che dovrebbero multare le auto in doppia fila o sulle strisce e invece non lo fanno.

Quelli che dovrebbero multare anche i furgoni dei bancarellari parcheggiati in seconda fila, e non lo fanno uguale.

Quelli che dovrebbero controllare le strade per cacciare gli ambulanti abusivi e non lo fanno.

Quelli che dovrebbero sanzionare i cartelloni che non rispettano il Codice della Strada e il Regolamento Comunale Affissioni e invece non li sanzionano.

Quelli che insomma, non fanno il proprio dovere, permettendo al degrado urbano di proliferare in questa città e nel quartiere Marconi.

Il tutto con la complicità di funzionari negli uffici tecnici e del commercio, ovviamente.

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"Io personalmente non ho mai pagato niente, ma se volessi potrei far levare questo chiosco di fiori davanti al mio locale - racconta un ristoratore di viale Trastevere - Basterebbero solo tremila euro. Ma se poi non viene rimosso che faccio, li denuncio? È tutto il sistema che non va." (la Repubblica, 29 febbraio)

Se parla di occupazioni abusive o non conformi, il ristoratore dice una cosa gravissima. I vigili ometterebbero dei controlli ai banchi fissi o mobili del commercio e chiederebbero dei soldi ai gestori di ristoranti e negozi per spostare le attività irregolari piazzate di fronte ai propri locali.

Il ristoratore anonimo continua:

"Roma da sempre è una città corrotta e l'amministrazione ha sempre chiesto. Prima in forma più sociale: venivano a pranzo al ristorante, ci portavano a mangiare la famiglia, se ne andavano via dal negozio con le buste della spesa piene. Adesso invece è diventata più avida e se può tenta di estorcere soldi, soprattutto a chi ce li ha. Cosa sono 5mila euro per chi ne guadagna centinaia di migliaia l'anno? E dove non arriva l'amministrazione arriva la camorra - aggiunge - . È questo il vero problema di Roma. Fino a qualche decennio fa la città era protetta proprio dalla presenza delle istituzioni. Ora che queste si sono ritirate hanno lasciato spazio alla malavita che si è allargata, e molti negozianti sono costretti a pagare il pizzo, in particolare chi vuole aprire una nuova attività. A viale Marconi come a Ottaviano, e anche qui a Trastevere". (la Repubblica, 29 febbraio)

Speriamo che si sbagli e il fenomeno sia meno diffuso di come dice.

«La rimozione di trenta persone (dal nucleo di Polizia Amministrativa, ndr) è esagerata — dice un vigile assunto da 12 anni — significa che il servizio rimarrà sguarnito per almeno due anni. Tanto ci vuole per acquisire le conoscenze in un settore tanto complesso come quello del commercio.» (la Repubblica, 29 febbraio)

A noi pare che queste grandi competenze non vengano messe in pratica nei vari municipi, per quanto concerne il controllo delle occupazioni pubbliche da parte dei bar, dei ristoranti, delle bancarelle.

"Chi indaga ha una certezza: i vigili — per quanto marciti — da soli non possono fare niente. «Per essere certi che le pratiche vadano a buon fine hanno bisogno di contatti nel municipio». Probabilmente nell'ufficio commercio. Forse nell'unità tecnica che si occupa di edilizia. [...]
Sarà pure una coincidenza ma è evidente che in questi giorni di inchieste, mazzette e vigili apparentemente sporchi come soldi, gli uffici che si occupano delle attività commerciali della zona siano destinati a finire nel mirino di chi cerca le mele marce. A ricostruire il percorso delle pratiche, il sospetto di chi indaga è che per andare a buon fine «l'affare» abbia bisogno di «amici» in vari uffici. La rete degli uomini corrotti del corpo della polizia municipale — in via del tutto ipotetica — avrebbe bisogno di contatti: nell'ufficio commercio, nell'unità tecnica e nel settore protocollo."
(Corriere della Sera, 29 febbraio)

Il ragionamento non fa una piega.

"I vigili da soli non possono fare nulla. È chiaro che hanno delle sponde nei nostri uffici. Se le indagini dovessero accertare l'esistenza di un racket delle licenze, vuol dire che si è creata una vera e propria associazione a delinquere". Il presidente del Municipio I, Orlando Corsetti, ha presentato una denuncia alla guardia di Finanza perché sarebbe emerso "un mercato parallelo di licenze gestito da professionisti". Ora rincara la dose parlando di un "un'agenzia di mediazione quasi monopolistica", dell'esistenza di un "tariffario", di "riciclaggio". (la Repubblica, 1 marzo)

Da leggere interamente questo articolo del Tempo con il riassunto cronologico delle estorsioni commesse da tre agenti del I gruppo.

Infine, per il momento, una dichiarazione del Capo dei Vigili sotto inchiesta, Angelo Giuliani, che ci sentiamo di condividere:

"Trovo singolare che la vittima di una concussione (l'imprenditore Bernabei, ndr) denunci l'accaduto dopo aver pagato la mazzetta." (Il Messaggero, 1 marzo)

In effetti, Bernabei ha denunciato quando gli è stata chiesta una seconda tangente, per appianare un finto esposto per abusi edilizi riferito al suo ufficio ricavato da un magazzino.

Allo stesso tempo ci chiediamo quanto fosse opportuno, anche se legale, che il Centro Sportivo dei Vigili ricevesse finanziamenti da un'azienda che si occupa di fornire bevande alcoliche ai pub e ristoranti del centro storico, quei locali dove pare si ottenessero licenze di attività sotto il pagamento di bustarelle...